Il Senegal: una meta facilmente accessibile, in gradevole equilibrio tra un mondo islamico wolof, pacifico e tollerante, ed antiche tradizioni animiste rurali, il Senegal stupirà per la sua ricchezza ambientale e culturale.
Paese in gran parte desertico e brullo, si potrebbe invece paradossalmente descrivere attraverso la vivacità dei suoi colori. L’ocra della terra del nord e l’oro delle dune costiere che contrasta con i colori pastello delle storiche cittadine coloniali di St. Louis e dell’Ile de Gorée o con il rosa salino del Lago Retba. Il verde smeraldo delle mangrovie, delle risaie e delle foreste di manghi ed anacardi della Casamance, che contrasta con l’azzurro del mare e l’argento dei canali fluviali. Il rosso della terra argillosa e delle falesie delle regioni più profonde che contrasta con il grigio dei monumentali alberi di baobab e con il giallo dei tetti di paglia delle abitazioni tradizionali. Ovunque un tripudio di colori accesi, nei mercati, nel mosaico di stoffe tradizionali, nel caos della vivacità di Dakar, tra “cars rapides”, carretti e piroghe di legno verniciato, fantasiosamente personalizzati con disegni geometrici e slogan religiosi. Le sfumature cromatiche del piumaggio di una miriade di uccelli migratori che popolano il Parco ornitologico di Djoudj e i bolong del Siné-Saloum. Perfino la musica mbalax, le cerimonie iniziatiche dei Bedik e dei Bassari, la spiritualità musulmana dei Mouridi di Touba o lo stesso sentimento della teranga, si potrebbero descrivere con tutte le gradazioni dell’arcobaleno. Colorati sono anche l’allegria e i sorrisi del Senegal che conquistano ed ammaliano, facendoci sentire a casa, ovunque ci si recherà.
Il territorio
Il Senegal si estende su una superficie di 197.000 km² ed è il paese più ad Occidente di tutta l’Africa continentale.
A ovest è bagnato dall’Oceano Atlantico, a nord confina con la Mauritania, a est con il Mali, a sud-est con la Guinea e a sud-ovest con la Guinea Bissau. A circa 560 km dalle sue coste si trovano le Isole di Capo Verde, mentre il Gambia forma un enclave a sud, che lo separa dalla regione della Casamance.
Il suo territorio è in prevalenza semi-desertico a nord, di tipo prettamente saheliano nelle savane a est e più tropicale a sud, o comunque lungo i corsi d’acqua, zone più umide e che ricevono il maggior numero di precipitazioni.
Il clima
Subisce l’influsso di due correnti principali. Quella atlantica degli alisei, che rinfrescano tutto il litorale da ottobre a maggio, con una temperatura piuttosto mite che da punte di 28-30 gradi può scendere fino ai 10 °C nelle ore notturne invernali. Non di rado nei mesi di dicembre e gennaio a Dakar e St.Louis è necessario vestirsi con capi di lana. La corrente dell’harmattan invece, attraversa tutta la parte interna del paese e soffia aria calda desertica, che nei mesi primaverili raggiunge punte di 42 °C nella regioni di Kaolack e Tambacounda e lungo tutto il confine del Mali.
Passaporto: obbligatorio, deve essere in corso di validità con un residuo di almeno 6 mesi prima della scadenza e avere almeno una pagina libera.
Visto: non richiesto ai cittadini italiano per un soggiorno fino a 90 giorni.
Vaccini obbligatori per l’ingresso nel paese: nessuno. Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è richiesto solo per coloro i quali, con età maggiore di 1 anno, entrano in Senegal da un Paese a rischio di trasmissione (dunque non chi è in partenza da uno scalo europeo), compreso il transito in un aeroporto situato in un Paese a rischio.
Profilassi: la malaria è endemica nel Paese. Consigliamo di rivolgervi prima della partenza al vostro medico di fiducia o presso l’ufficio igiene/malattie infettive e tropicali più vicino, per un consulto approfondito su eventuali vaccinazioni e profilassi da effettuare, in base alla vostra personale storia clinica.
Il Senegal ha una popolazione di circa 16.000.000 di abitanti, con una densità di 82 abitanti per km². La capitale è Dakar, nonché la città più popolosa con 1.200.000 abitanti che diventano 3.000.000 in tutto l’hinterland. E’ una Repubblica Costituzionale a regime presidenziale suddivisa in 14 regioni. Il Senegal presenta una grande varietà di popoli, lingue e costumi, non sempre facilmente classificabili e oggetto di molte discussioni accademico-scientifiche. Non in ultimo in Senegal si è trapiantata una delle più importanti comunità di libanesi, alla fine del XVIII secolo, pertanto ormai cittadini senegalesi da generazioni e generazioni. Non stupisce, quindi, che il Ministro dell’Ecologia nel 2014, Heidar El-Ali fosse di carnagione bianca. Quando in Italia vige l’ora legale la differenza oraria è di -2h. Nel resto dell’anno la differenza è di -1h. In Senegal sono presenti 7 siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si tratta in prevalenza di siti di interesse culturale-paesaggistico e due di interesse ambientale-naturalistico.
Siti di interesse culturale
Paesaggio culturale Bassari, Fula e Bedik (2012)
Importante per la simbiosi con cui i suoi abitanti, distinti in tre gruppi etnici, vivono con la natura e in equilibrio con essa e tra loro, ognuno espressione della propria identità e cultura che perdura nei secoli. Gli agricoltori Bassari circondati da risaie e dalla secolare ritualità animista; gli allevatori Peuhl semi-stanziali (chiamati anche Fula), islamizzati ma fortemente attaccati alla propria tradizione; i Bedik dai caratteristici villaggi di paglia e argilla, arroccati e inaccessibili, dove vengono custoditi i segreti della loro cosmogonia.
Isola di Gorée (1978)
Isola della “Memoria”, Gorée è la testimonianza di tre secoli di tratta negriera, durante i quali fu uno degli avamposti più strategici sulle coste africane, conteso tra portoghesi, olandesi, inglesi e francesi. Simbolo del più grande esodo di massa forzato e delle rivalità tra potenze europee, conserva oggi l’architettura civile e militare, di quello che fu non tanto il “magazzino” della tratta negriera, quanto un avamposto logistico e di smistamento, scalo prediletto nelle rotte verso l’Europa e le Americhe, “vedetta” di controllo delle coste. La Casa degli Schiavi, appartenuta in realtà a una delle tante Signares che abitavano l’isola, è la tipica abitazione di un negriero. Al piano superiore gli appartamenti lussuosi dei ricchi mercanti e nelle segrete, l’umido e la miseria della cattività. Le Signares erano giovani donne senegalesi o meticce, che venivano scelte quali concubine dai mercanti europei e personalità militari, ed elevate a rango superiore, scampando così alla deportazione. Ai figli meticci veniva data la possibilità di studiare ed ottenere una professione, mentre alle figlie femmine veniva assegnata una delle ricche abitazioni di Gorée (o di St. Louis) dove gestire i “campionari” di future Signares o accogliere i mercanti di passaggio, in cerca di affari sull’isola e di compagnia.
Isola di St. Louis (2000)
La cittadina coloniale di St. Louis è particolarmente importante dal punto di vista culturale, perché racchiude tra le sue testimonianze architettoniche e urbanistiche, la storia di una trasformazione generazionale della società senegalese, sotto l’influsso culturale francese. Nata come base militare strategica alla foce del fiume Senegal, per la sua posizione geografica del tutto particolare ne divenne vera e propria capitale amministrativa, politica e culturale. Sorge su un’isola, protetta dall’Oceano da una lingua sabbiosa chiamata Langue de Barbarie, che la rende un avamposto difficile da attaccare, una porta strategica di accesso al fiume Senegal e un porto sicuro. Le sue architetture coloniali sono il simbolo non solo del predominio amministrativo sulle popolazioni locali, ma anche del tentativo di prevaricazione culturale sulle realtà locali. St. Louis divenne il luogo simbolo del concubinaggio tra funzionari francesi e giovani donne senegalesi, scelte per allevare intere generazioni di figli meticci, elevati a rango superiore e che venivano integrati nella vita amministrativa, professionale e culturale della Colonia d’Oltremare. Importanti architetture sopravvivono intatte, quali lo storico Hotel de la Poste, base per gli aviatori francesi addetti a trasportare i corrieri postali in Francia o nelle Americhe. Il Ponte in ferro di epoca eiffeliana è ancora oggi in funzione e collega la terraferma all’Isola. La leggenda vuole fosse progettato da Eiffel, ma quest’ultimo venne scartato in favore di una ditta locale. Il ponte, chiamato “la Tour Eiffel Orizzontale” prevede un sistema di rotazione del modulo centrale che apre il passaggio del canale alle grandi navi.
Delta del Siné-Saloum (2011)
Istituito nel 1976 e inserito nella lista UNESCO nel 2011, occupa una superficie di 76.000 ettari compresa nel delta del fiume Saloum. Importante per il suo eco-sistema ambientale, costituisce un polmone verde fatto di intricate gallerie di mangrovie e piante acquatiche, rifugio di un’enorme varietà ittica e anfibia, oltre alla sua importanza ornitologica, fornendo riparo a numerosi uccelli migratori, quali la sterna, il piovanello, il fenicottero rosa, il gambecchio e la spatola bianca. La regione è abitata dal popolo Serere fin dall’antichità, probabilmente già dall’epoca neolitica. Ancora oggi il delta è disseminato di piccoli villaggi di pescatori serere, mimetizzati tra gli imponenti alberi fromager, dediti anche all’agricoltura e alla coltivazione del riso nell’entroterra. Caratteristico è il sistema di trasporto su carretti di legno trainati dai cavalli, in grado di percorrere le piste sterrate anche durante l’intensa stagione delle piogge.
Circoli megalitici del Senegambia (2006)
Su una superficie di 39.000 ettari, nella terra di confine tra il Senegal e il Gambia, sono disseminate delle misteriose pietre megalitiche, simili ai menhir mediterranei. In laterite hanno dimensioni variabili da 1 a 2,5 metri di altezza e disposte in centinaia di cerchi, ciascuno dei quali comprendente tra le 10 e le 24 pietre. Da recenti studi emerge che vennero erette in una vasta epoca compresa tra il III secolo a.C. e il XVI secolo d.C., probabilmente quali luoghi sacri di sepoltura, dai numerosi resti umani rinvenuti.
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